Scrivo questo articolo per segnalare la mia esperienza, con l’augurio di aiutare giovani cuochi a non commettere i miei stessi errori.
Ho iniziato a lavorare in cucina quando avevo 14 anni. Erano gli anni ’80. Allora i ristoranti della Riviera Romagnola, durante la stagione estiva erano pieni dalle 20 fino almeno all’una di notte, in alcuni giorni della settimana, spesso rimanevano aperti fino alle 4 della mattina.
Più di una volta sono uscito dal lavoro con le prime luci dell’alba. In quel periodo era normale se eri un cuoco, lavorare almeno dalle 14 alle 16 ore di media, eravamo tutti convinti che più ore lavoravi, più era il tuo valore; più eri giovane, più dovevi dimostrare di essere un guerriero disposto a tutto.
A quell’età credevo che fosse normale così! Forse negli ultimi anni, le ore di lavoro in cucina si sono leggermente ridotte, ma in tutti i casi il lavoro del cuoco rimane un lavoro duro, pesante di stress fisico e mentale.
Rischio flebiti trombosi
Uno dei primi problemi fisici che ho riscontrato e purtroppo anche trascurato è stato il gonfiore alle gambe causato proprio dalle tante ore in piedi, spesso a temperature elevate che di certo non aiutano la circolazione del sangue.